Il radar DUGA 3
The Woodpeker – Il Picchio russo
I radioamatori e soprattutto i radioascoltatori SWL che hanno alle spalle almeno 35 anni di attività, ricorderanno che nel periodo della guerra fredda fino al 1989, era possibile ascoltare su buona parte delle frequenze nelle bande in HF un ticchettio simile ad un picchio che scava nel legno. Questo rumore interferiva molte trasmissioni radio in tutto il mondo, in primis le trasmissioni utility di servizi nautici ed aeronautici, oltre che le bande radioamatoriali e quindi i QSO tra radioamatori, e le trasmissioni broadcast commerciali tipo Radio Vaticana, Radio Tirana, BBC, ecc.
Questo segnale interferente veniva irradiato da un sistema radar oltre orizzonte (Over The Horizon Radar) del sistema di difesa antimissilistico Russo e proveniva da Černobyl’, proprio la cittadina Ucraina tristemente famosa per l’incidente nucleare del 1986. Le emissioni del radar iniziarono nel 1967 e proseguirono fino al 1989, anno in cui fu spento; veniva ricevuto facilmente in tutto il mondo, per via del suono tipico venne battezzato dagli appassionati di radioascolto: Woodpecker (“picchio”).
Gruppi di radioamatori cercarono con le loro antenne direttive di triangolare il segnale e stimarono che provenisse dalla zona di Kiev (in realtà la vera sorgente era 90Km a Nord). Il 26 aprile 1986, il giorno in cui ci fu l’incidente nella vicina centrale elettronucleare, le emissioni radio del Duga-3 vennero sospese e la stazione trasmittente fu evacuata per il pericolo della radioattività, in quanto distante circa 10Km dalla centrale in avaria, si trovò investita in pieno dal fallout radioattivo. Tra i radioamatori di tutto il mondo venne il sospetto che l’incidente nucleare fosse la causa di questa temporanea interruzione, e che l’ubicazione del sistema fosse effettivamente vicino alla centrale, proprio nella zona di alienazione. Difatti dopo il disastro, il sistema rimase attivo con potenza limitata fino al 1989 quando le trasmissioni cessarono definitivamente. Tutti i materiali, attrezzature, registri, documentazioni ed archivi furono distrutti.
Si apprese dopo la fine della guerra fredda e la caduta dell’Unione Sovietica che il nome ufficiale del sistema era “Duga” (che in russo significa “arco”), la NATO d’altronde conosceva già la posizione dell’impianto che aveva soprannominato “acciaieria di Pripjat” (città confinante con Chernobyl, anch’essa conosciuta in quanto evacuata dopo il disastro nucleare) e che serviva a rilevare un possibile lancio di missili balistici a grande distanza, in particolare dagli U.S.A. Le ipotesi che fosse un sistema di comunicazione a grande distanza od un sistema per disturbare le comunicazioni radio della controparte erano poco probabili.
Questo particolare segnale portò alcuni complottisti a credere che l’impianto potesse essere in grado di interferire con fenomeni meteorologici e sismici, od addirittura concepito per influenzare la psiche umana (la stessa congettura avviene nel presente per il sistema americano H.A.A.R.P.).
Per un periodo di tempo, negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso, si credeva che anche le emissioni radio del marcatore di canale russo UVB-76 “The Buzzer” fossero irradiate dagli apparati del DUGA-3, fu poi dimostrato che non vi era alcun legame tra le stazioni, tutti i siti di trasmissione di UVB-76 sono oggi noti.
Caratteristiche
Si stima che il costo di realizzazione fu di circa 7 miliardi di Rubli Russi, con 60 tralicci di altezza di 150 metri, 90 di ampiezza e 900 di lunghezza, l’array di antenne è più alto addirittura delle piramidi di Giza. Per il suo funzionamento e manutenzione erano impiegati circa 2000 uomini tra ufficiali militari e tecnici, la potenza elettrica richiesta era considerevole, all’incirca 10MWatt, fu quindi scelto di installare il centro radar nei pressi della centrale elettronucleare di Černobyl’, l’edificio che conteneva le apparecchiature adottava delle schermature metalliche ed era senza finestre, per proteggere gli operatori dall’elevato campo radio-frequenza.
Il complesso radar, nello specifico era un radar bistabile, ossia con trasmettitore e ricevitore distinti e separati, ha l’ex trasmettitore situato nelle coordinate: 51.30454°N 30.064774°E, gli echi radar di ritorno venivano ricevuti dall’ antenna di Lubech-1 a circa 60Km di distanza, ed elaborati in real-time dal computer K-340A.
L’ex centrale elettrica nucleare Vladimir Il’ič Lenin di Černobyl’ è situata una decina di Kilometri a Nord del trasmettitore, in posizione 51°23′22″N 30°05′57″E , un elettrodotto da 330kVolt connetteva i due impianti.
Nei primi anni sessanta non vi era una rete satellitare preposta al controllo aereo, fu quindi avviato lo sviluppo del primo sistema Duga, detto Duga-1 nei pressi di Mykolaiv in Ucraina. Successivamente fu costruito nello stesso sito militare il Duga-2, capace di rilevare un lancio di testate nucleari a più di 2500 km di distanza, ma insufficiente a coprire il vasto territorio dell’Unione Sovietica, il sistema aveva comunque dimostrato la propria validità dando luogo allo sviluppo di una versione migliorata il Duga-3 che fu reso operativo su scala nazionale.
Rispetto ai suoi due predecessori il Duga-3 era caratterizzato da un array di antenne trasmittenti ed uno di ricevitori situati reciprocamente ad una distanza di 60 km.
Esso irradiava il suo segnale verso il Nord, passando per il Polo Nord, Canada e quindi gli Stati Uniti, la via più breve e sicura per i missili con testata atomica. Il radar Duga3 poteva coprire le nove basi missilistiche di lancio USA e rilevare testate in viaggio verso l’Unione Sovietica, pochi minuti dopo il lancio, 25 minuti prima che esse colpissero l’obbiettivo, dando ai russi il tempo per attivare le contromisure.
E’stato riferito che ogni partenza degli Shuttle verso lo spazio fu rilevata dal sistema Duga3.
Oltre all’impianto di Chernobyl2 c’era un’analoga stazione ricetrasmittente situata presso Komsomolsk-on-Amur nell’estremità orientale della Siberia. Era possibile con questo sistema radar, di controllare un’area che si estendeva fino a 9000 km di distanza. La città di New York dista dall’impianto circa 7500 km, mentre Roma è a soli 1700km.
Nella postazione di Chernobyl vi erano 300 trasmettitori combinati che erogavano una potenza impulsiva massima di 160 Megawatt, il guadagno totale dell’array di antenne era all’incirca 30db, quindi si superava il Gigawatt di potenza emessa EIRP. A causa della grandissima potenza impegnata, la sala controllo della struttura, posta nelle vicinanze dell’ antenna, era totalmente schermata tanto da non avere nessuna finestra, erano presenti solo porte di accesso interno. Il segnale che veniva trasmesso era una portante impulsiva modulata a 10 Hz con una larghezza di banda di 40 kHz
All’epoca ero troppo piccolo, non avevo nemmeno alcun ricevitore, ma ricordo che nei primi anni ’90 alcuni apparati ricetrasmettitori per radioamatori venivano progettati con appositi sistemi di riduzione del rumore specifici per ridurre questo segnale battente, tipo l’NR2 del Kenwood TS950SDX, o sui ricevitori della linea Drake.
La contropare USA
Il governo americano in accordo con quello canadese, costruì intorno al 1957 a sua volta il complesso radar che chiamarono Distant Early Warnin Line , in seguito D.E.W. Line, situato nelle regioni artiche del Canada, con alcune postazioni aggiuntive situate nelle Aleutine in Alaska, nelle Isole Faroe, in Groenlandia ed in Islanda.
Il sistema DEW line era concepito per individuare un attacco da parte dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Nel giro di pochi anni grazie al massiccio impiego di missili balistici da parte dell’Unione Sovietica la DEW Line divenne rapidamente obsoleta e alcune delle stazioni radar furono abbandonate. Ciò nonostante, il grosso degli impianti venne mantenuto operativo allo scopo di mantenere un controllo sullo spazio aereo artico e per mantenere da parte canadese la sovranità sui territori artici. Tutti gli impianti sono stati smantellati sul finire degli anni ’90.
La DEW Line era il complesso radar situato più a nord ed il più avanzato dei tre sistemi radar costruiti nel corso della Guerra Fredda che comprendevano oltre alla già citata DEW Line la Pinetree Line e la Mid-Canada Line.
Ai giorni d’oggi
Le emissioni del DUGA-3 sono cessate nel 1989, quando l’evoluzione tecnologica ha introdotto migliori sistemi di controllo dello spazio aereo, come ad esempio i satelliti. L’area inoltre fu contaminata dal fallout radioattivo a seguito del incidente occorso al reattore 4, e quindi allienata in quel periodo.
Le antenne, vicine alla centrale elettrica nucleare sono ancora in piedi ed è possibile visitare il sito con dei tour guidati, ma le autorità governative stanno pensando di smantellare l’enorme complesso poiché le strutture metalliche sono arruginite ed un eventuale crollo potrebbe creare delle vibrazioni che potrebbero arrivare fino al sarcofago che contiene il reattore danneggiato nel 1986 nell’unità 4 della centrale di Chernobyl, e smuovere polveri radioattive, o creare nuovi crolli alle strutture pericolanti.
Tuttavia, a volte è possibile ascoltare segnali radio emessi da radar molto simili a quello del vecchio DUGA-3 anche oggi (2020), segnali provenienti da Ex Repubbliche sovietiche o dal Medio Oriente. I segnali odierni hanno meno intensità di segnale ed hanno una larghezza di banda molto più ridotta rispetto il DUGA. Nei video da me realizzati vengono mostrate le emissioni dei radar Konteiner russo e Ghadir Iraniano.
Il complotto di Černobyl’
Vennero avanzate anche alcune ipotesi, sul finire degli anni ’80, che vedevano il sistema radar come il vero responsabile del meltdown del reattore nucleare RBMK1000 , della centrale elettrica di Chernobyl, distante pochi chilometri a Nord. Nel 2015 è uscito il film documentario: Il complotto di Chernobyl – The Russian Woodpecker diretto e prodotto da Chad Gracia e con protagonista Fedor Alexandrovich , un artista ucraino che indaga sull’incidente di Chernobyl e sui suoi possibili legami con la Duga. Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival 2015, ha vinto il Gran Premio della Giuria. Nel film sono presenti molte interviste a personaggi coinvolti nell’incidente nucleare, a testimoni e a studiosi della commissione di inchiesta, oltre che ad una descrizione dell’impianto Radar. L’autore fu anche minacciato di morte.
Nel film viene sostenuto che: il Duga-3 interferiva anche le comunicazioni radio degli stessi russi tanto da disturbare gli SOS di imbarcazioni militari e commerciali, fu spostata la frequenza di trasmissione, ma in questo modo il radar non riusciva più a passare l’Aurora Boreale nei cieli artici.
Dato che l’antenna non funzionava come previsto non avrebbe passato l’ispezione militare pianificata per i primi di Settembre 1986, ed i responsabili del progetto sarebbero stati indagati dal KGB. La pena prevista dal codice sovietico per appropriazione indebita di fondi governativi all’epoca era la pena di morte, la legge sarebbe potuta essere applicata a coloro che spesero quei 7 miliardi di Rubli Russi per la costruzione del Duga, ed essi per salvarsi, presumibilmente orchestrarono un guasto o sabotaggio alla centrale elettronucleare che alimentava il radar, tale da giustificare un interruzione temporanea o permanente dello sviluppo del radar.
Siti di riferimento e fonti
it.wikipedia.org/wiki/Duga-3
it.wikipedia.org/wiki/Distant_Early_Warning_Line
Wikipedia: Il complotto di Chernobyl (Docu-Film)
www.francescadani.com/Chernobyl/Chernobyl-Synopsis/Duga3-Antenna-Radar
www.jacoporanieri.com/blog/?p=24268
formiche.net/2016/04/incidente-di-chernobyl-fece-saltare-anche-lo-scudo-spaziale-sovietico/
4 commenti
Pingback:
Pingback:
Gianfranco
Ciao,
interessantissimo. Mio nonno, buon’anima, ci vedeva pochissimo e passava le giornate ad ascoltare la radio. Venni letteralmente catturato e a 12 anni mi regalò un radione che riceveva anche la banda SW, con la quale (se mi ricordo bene) si captava forte e chiaro il “battito” a 10Hz, costante e fastidioso, soprattutto la sera.
Ho visto il film di cui parli qualche anno fa, a parte una certa dose di complottismo, il film è girato splendidamente e la fotografia è curatissima.
Al giorno d’oggi la Duga-3 è ancora li’, pare non la smontino per evitare vibrazioni al sarcofago del reattore, che non è distantissimo da li’. La cosa bella è che si può ammirare la Duga-3 in tutta la sua possente “rugginosità” in Google Maps:
https://www.google.com/maps/@51.3068004,30.0678984,2a,75y,196.43h,95.73t/data=!3m6!1e1!3m4!1sEK4Y92M01nQgSXE3bBeMvA!2e0!7i13312!8i6656
Sarei contento se lo aggiungessi ai link in questa pagina.
Grazie, splendido sito, ci ritornerò per l’SDR, mi ci sto appassionando. Ciao.
Luke
Ottimo articolo. L’unico appunto ,se mi permettete, è sul documentario dell’artista ucraino il quale seppur ben realizzato sa di propaganda nato